Premessa: come analista evidentemente non sono un granché se è vero che alla domanda “ma i russi invaderanno?” per un mese ho risposto con un sorriso sprezzante e pensando tra me e me “ma possibile che questi credano ancora a tutte le cazzate che raccontano gli americani?”
Detto questo, passiamo a fare l’ennesima inutile analisi della situazione dopo una intera settimana passata chiuso in casa a vergognarmi. E la conclusione della riflessione è la seguente:
Vista la cappa pesante formatasi sulla Russia, arrivati a questo punto, indipendentemente da qualsiasi esito della guerra, secondo me converrà dire che “Sì, è stata tutta colpa di Putin”.
In realtà non funziona proprio così, ma converrà.
Converrà prima di tutto a quelli come me che da dopo il ‘Discorso di Monaco del 2007’ si erano ‘innamorati’ del personaggio intravedendo finalmente uno spiraglio di uscita all’unilateralismo americano. Un mondo multipolare era un sogno, ma non ci siamo accorti che anche la negazione di una ideologia, può diventare a sua volta ideologia. Per multilateralismo, almeno io, sinceramente avevo capito un’altra cosa.
Converrà agli americani. Perché sono vent’anni che lavorano a questa crisi, istruendo, istigando ma soprattutto foraggiando i nazionalisti ucraini. Tutt’ora Zelensky, l’eroe, risponde di no ai negoziati perché ai suoi tutori conviene il pantano. Il Deep State sta facendo fare a Biden la figura dell’ignavo perché tanto ha già ottenuto tutto quello che voleva. Devastato l’Ucraina, piantato una spina nel fianco a vita alla Russia, trovato finalmente la scusa, retroattiva, per giustificare tutte le sanzioni a mentula canis finora imposte… e sono pure riusciti a passare da ‘buoni’, dopo le bombe al fosforo in Iraq e quello che hanno combinato a Belgrado, dove però là tutti eravamo davanti alla televisione a fare il tifo. Perché ci sono bombe e bombe, si sa, alcune sono particolarmente ‘democratiche’ altre no.
Converrà ai russi in occidente che saranno costretti a tenere un profilo basso. Molto basso. Sto già cercando di spiegare a mia figlia che questa estate, ammesso che riesca a portarla, dovrà tenere un certo contegno e non provare mai a dire quella cosa: “Sì, ma …”.
Converrà a chi verrà dopo Putin. Hanno fatto fare a lui il lavoro sporco puntando sulla doppia scommessa – variante A: Vince, sfonda tutti, gli ucraini filo occidentali si rendono conto di essere stati sedotti e abbandonati, gli ucraini filorussi (che esistono, sappiate che esistono) saranno tutti contenti e l’entourage presidenziale ne uscirà ancora più rafforzato; variante B: Legnata sui denti da tutti i punti di vista, pressione economica insopportabile, malcontento generale, Putin (che non a caso è a fine mandato) chiude in bruttezza la carriera, e il nuovo leader si presenterà al mondo dicendo “Signori, ci dispiace ma al capo gli era saltato il chiccherone. Ma adesso tutto a posto, possiamo riprendere il dialogo”.
Converrà ai russi incazzati e stanchi di farsi prendere in giro e umiliare. Una volta gustata la vendetta gli basterà dire “Ooops, scusate, ci dispiace tanto se a qualcuno lassù è un po’ sfuggita la mano, ma mica siamo stati noi”.
Converrà all’Europa. Questi poveretti degli ucraini si sono fatti una rivoluzione colorata, un colpo di Stato e si sono fatti fare a pezzi, non solo geograficamente, per entrare in Europa, e questi dopo quasi vent’anni ieri gli dicono “Sì, siete ammessi come candidati, occhio però, solo come candidati. Però se volete la NATO anche quella ha sede a Bruxelles…”
Converrà ai mezzi di informazione occidentali. È una vita che non fanno che ripetere che Putin è un dittatore sanguinario, adesso potranno provare l’orgasmo supremo che suona così “Ecco, ve lo avevamo detto!”.
In realtà questa guerra l’hanno voluta in tanti e di tanti è la responsabilità. Certo, Putin ha scelto la mossa peggiore, perché se l’obiettivo era allontanare la NATO ora avrà ancora più NATO, se l’obiettivo era il Donbass, adesso rischia di rimettere in gioco persino la Crimea, se l’obiettivo era rivendicare le ragioni della Russia, ora ne evidenzia solo torti, ma la verità è che questa guerra, quelli stessi che adesso fanno tanto finta di piangere, sono i primi ad averci scommesso su, fin dall’inizio.
Ma oramai il pesce ha abboccato all’amo e in fin dei conti è giusto che venga spolpato in padella da tutti i commensali. Il discorso sul multilateralismo però per me rimane ancora in piedi.
La mia fiducia nella bontà di quel concetto e nel concetto di sovranità, ad esso collegato, non cambia di una virgola. Come non cambia di una virgola la mia fiducia nell’amicizia tra popoli, anche se certo, dopo questa botta, ci sarebbe bisogno di forti investimenti in confronto, interscambio culturale e informazione, invece che in ancora altre armi. Ma sembra retorica. Lasciamo perdere. Torno a deprimermi.