Storia delle relazioni (incompleta) tra la CIA e i servizi segreti italiani. In questo articolo apparso su Sputnik Italia il 10 ottobre 2019, riflettendo sull’ennesimo incontro ufficiale tra la CIA e i nostri servizi segreti con il beneplacito del Presidente Matterella, approfittavo per accennare brevemente alla storia delle relazioni proibite tra i servizi segreti italiani e quelli della Central Intelligence Agency.
La storia di un paradosso – la CIA che viene in missione ufficiale in Italia a parlare con quella che di fatto è una sua costola, i servizi segreti italiani, e tutti i nostri media mainstream che, invece di preoccuparsi se finalmente i nostri avessero osato parlare di Ustica, stragi impunite, Moby Prince, caso Moro o Mattei, si sono preoccupati se avessero o no affrontato il caso farlocco del Russiagate. Quella montatura che a distanza di un anno è crollata come un castello di carta ma che al tempo sembrò essere l’unica domanda irrisolta da porre agli americani.
CIA e servizi segreti? Zitti, è un segreto!
Articolo apparso su Sputnik Italia il 10 ottobre 2019 – A.Trovato
Il vero complotto è insistere a dire che non esistano complotti.
“Vertice tra 007 italiani e CIA a Roma in vista della visita di Mattarella: Non s’è parlato di Russiagate”, intitolava ieri l’Huffingtonpost. Ma anche noi non ci siamo scostati più di tanto e abbiamo pubblicato un articolo del tutto simile, del resto nel ribattere le agenzie di stampa di spazio per interpretazioni e approfondimenti ce n’è ben poco. Per fortuna esiste ancora lo spazio ‘opinioni’ dove si può provare ad andare un po’ al di là della visione ‘acqua e sapone’ di un mondo in cui i servizi segreti di una nazione dominante si incontrano con quelli di una controllata per semplicemente suggerire come meglio condurre una visita di Stato. Dico ‘ancora’ perché anche lo spazio opinioni tende sempre più a ridursi nel giornalismo moderno per lasciare campo magari al ben più remunerativo in termini di visualizzazioni ‘infotainment’ (informazione / intrattenimento). Per certi versi tutto ciò è anche un bene considerando che la maggior parte delle opinioni sui giornali è comunque illeggibile e che si trova di ben più profondo e ardito sulle pagine dei vari blogger che, tra l’altro, sui social scrivono anche meglio e gratis. Ad ogni modo, proviamo ad approfittare di questi spazi editoriali ancora disponibili per provare a raccontare una storia un po’ meno edulcorata su quelli che sono stati i veri rapporti tra servizi segreti americani e italiani dai tempi della guerra ad oggi.
Storia (parziale) dei rapporti proibiti tra servizi segreti americani e italiani
Escludendo i contatti precedenti, che erano tra Stati al tempi tra loro del pari sovrani, le relazioni più ‘intime’ tra servizi statunitensi e italiani iniziarono durante la seconda guerra mondiale quando i primi non si chiamavano ancora CIA (Central Intelligence Agency) ma OSS (Office of Strategic Services) e i nostri non Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica (dal 2007), né SISMI o SISDE (operativi dal 1977 al 2007), o SID (dal ’65 al ’77) o SIFAR (dal ’49 al ’65) ma addirittura SIM, cioè quello stesso ‘Servizio di Informazione Militare’ operativo durante tutto il periodo fascista.
Durante la guerra, se da una parte personaggi come Peter Tompkins, infiltrati da Anzio cercavano a Roma i contatti con i partigiani di Pietro Nenni, dall’altra quello che poi diventò il guru della CIA e capo del dipartimento italiano dei servizi segreti americani, James Jesus Angleton, cercava contatti con la mafia prima italo-americana negli Stati Uniti (Lucky Luciano il nome più noto) poi con quella in Sicilia. Motivazione ufficiale – favorire lo sbarco in Sicilia. In realtà per sbarcare non servono le mafie, la storia lo insegna, e anche gli anni successivi alla ‘liberazione’ chiarirono i veri motivi dell’interesse dell’intelligence riguardo i nostri ‘mammasantissima’. La prima cosa che fecero di fatto gli americani, una volta in Sicilia, fu liberare i capi mafia dal carcere di Favignana. Non solo, alcuni boss vennero posti direttamente in posti chiave nelle istituzioni, come ad esempio Calogero Vizzini, imposto come Sindaco di Villalba dall’Allied Military Government for Occupied Territories.
Seconda cosa che fece il dipartimento americano in Italia comandato da Angleton, a quel tempo ancora OSS, fu quella di portare in salvo Junio Valerio Borghese della X.ma MAS (il capo del famoso corpo militare indipendente della Repubblica di Salò) e prendere contatti con ex componenti del SIM fascista.
Da una parte quindi vi erano uomini come Tompkins che scrissero sulle loro memorie di essersi arruolati perchè credevano veramente nella democrazia mentre “il Re e Badoglio con i loro dipendenti del SIM invece, volevano mantenere una forma di governo simile a quello che avevano favorito e lasciato fiorire per vent’anni: lo stato fascista di Mussolini, ma senza Mussolini e i suoi fedeli ministri. In questo furono sostenuti da Churchill con l’apparente motivazione di un utile anticomunismo”. Dall’altra invece vi erano gli Angleton, falchi anche in tempo di pace. Quando infatti l’OSS si trasformò in CIA (1947), gli agenti come Tompkins tornarono alla vita civile, quelli come Angelton si addentrarono via via in un mondo di intrighi sempre più complesso ed infiltrazioni sempre più ardite fino a quello che, si è scoperto solo molto più tardi, sarebbe stata l’operazione GLADIO.
Operazione GLADIO
Quella che da noi è conosciuta come ‘Operazione Gladio’ è in realtà solo un piccolo tassello di puzzle enormemente più grande che faceva (forse dovremmo dire ‘fa’?) parte di quelle che gli americani chiamano operazioni segrete di tipo ‘stay-behind’ (stare dietro), praticamente un insieme di progetti per creare quinte colonne nei paesi controllati (o da controllare) che al tempo veniva giustificato con l’esigenza di contrastare eventuali attacchi da parte delle forze del Patto di Varsavia. La tecnica era quella della creazione di strutture paramilitari segrete, guerra psicologica e uso della tecnica della false flag. La cosa interessante è che gli americani, ai circa 600 membri italiani (almeno quelli dichiarati e poi scoperti) fornirono documenti, supporto e, soprattutto un vero e proprio arsenale. La cosa incredibile è pensare, che quando poi tutto questo venne alla luce, grazie anche alle dichiarazioni del fu Presidente Cossiga, in ben pochi vollero anche solo ipotizzare ufficialmente una qualche relazione tra il famoso ‘periodo della tensione’ con tutte le stragi che comportò, con il fatto che vi fossero stati nel nostro Paese per così tanti anni agenti appartenenti a strutture paramilitari assolutamente al di fuori di ogni controllo democratico e armati fino ai denti con a disposizione anche tutto l’esplosivo necessario alle stragi.
I peggiori ai posti migliori
Perché andare a liberare i capi mafia, i più aggressivi componenti delle forze fasciste, rimettere al loro posto nel SIFAR (i nuovi servizi segreti di allora) gli stessi agenti dei servizi segreti di Mussolini? Perché creare un gruppo paramilitare selezionato in base alle capacità ideologiche o di aggressività e mettergli in mano la possibilità di avere armi letali? Semplice – per controllare un Paese bisogna mettere i peggiori nei posti migliori. Lo schema ‘meritocrazia inversa’ venne applicato in tutti i settori. I migliori, un esempio a caso Pio La Torre che oltre a combattere la mafia aveva raccolto oltre un milione di firme contro la base americana di Comiso con i suoi oltre cento missili Cruise, vennero ammazzati. I giornalisti più audaci, Fava, Impastato o Spampinato, solo per citarne alcuni, non ricevettero certo scorte ma pallottole. Le infiltrazioni nell’estrema destra da una parte, le BR dall’altra, con i servizi segreti italiani di fatto una emanazione di quelli americani, la gestione delle basi, la presenza in tutti, ripeto tutti, gli aspetti della vita italiana, il controllo dei principali bottoni decisionali, dell’informazione, persino della cultura, hanno permesso che in tutti questi anni non riuscissimo neppure a renderci conto di quello che ci stava succedendo. Passiamo però per un attimo a rifare una lista di tutte le situazioni in cui, per quanto borghesi, ben nutriti e rassicurati dal sistema, un minimo di domande sul perché dopo tanti anni ancora non si abbiano risposte a certi ‘misteri’ italiani sarebbe oramai ora di iniziare a porsele.
Lista dei casi misteriosi e irrisolti della Storia italiana del dopoguerra (strategia della tensione)
- 1 maggio 1947 – Strage di Portella della Ginestra – 14 morti – sparatoria sulla folla, responsabile Salvatore Giuliano ma il movente risulta insufficiente senza la presenza di mandanti che, si sospetta, potrebbero essere state forze (ci siamo capiti) interessate a spaventare le crescenti forze comuniste in Sicilia.
- 12 dicembre 1969 – Strage di Piazza Fontana – bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura, 17 morti e 88 feriti. Processi su processi coperti, non si sa perché, dal ‘segreto di Stato’, alla fine tutti assolti. Si pensa che la pista più probabile fosse quella di esecutori materiali di estrema destra o anarchici ma il movente? L’unico movente logico rimane quello della ‘strategia della tensione’.
- 22 luglio 1970 – Strage di Gioia Tauro – treno deraglia su binari sabotati da una bomba, 6 morti e circa sessanta feriti.
- 31 maggio 1972 – Strage di Petano – una pattuglia dei carabinieri viene chiamata per controllare una Fiat 500 sospetta. E’ una trappola esplosiva, 3 agenti muoiono, uno gravemente ferito.
- 28 maggio 1974 – Strage della Loggia – durante una manifestazione proprio contro le stragi a Brescia, una bomba nascosta in un cestino uccide 8 persone e ne ferisce un centinaio.
- 4 agosto 1974 – Strage del treno Italicus – una bomba su di una delle carrozze del treno uccide 12 persone e ne ferisce più di cento.
- 2 agosto 1980 – Strage di Bologna – 85 morti e circa duecento feriti per la bomba esplosa nella sala di aspetto della stazione.
- 23 dicembre 1984 – Strage del Rapido 904 – bomba sul treno, 17 morti e più di duecento feriti.
Destabilizzare per stabilizzare
In tutti questi casi venne accertata una chiara attività di interferenza dei servizi segreti italiani atta a far perdere documentazioni, inquinare prove, confondere le idee. Dichiarazioni compromettenti inoltre, come quelle del terrorista neofascista Vincenzo Vinciguerra hanno fatto riferimento alla Gladio e documenti hackerati e pubblicati su Wikileaks, parlano di chiare interferenze come quelle dei cablogrammi del periodo Kissinger in cui gli americani si sarebbero lamentati dei tentativi di repressione dei progetti dell’estrema destra neofascista italiana da parte della magistratura italiana, accusata di volere una ‘svolta a sinistra’. Al tempo stesso, se pure meno documentate, le infiltrazioni anche a sinistra sarebbero state abbastanza scontate per quanto riguarda i contatti tra BR e servizi segreti. A tutto questo dovremmo ancora aggiungere l’operazione Blue Moon che, secondo dati desecretati dall’amministrazione Clinton e testimoni dell’epoca, sarebbe stato un piano attivo negli anni ’70, atto a facilitare la diffusione di sostanze stupefacenti tra i giovani grazie a personaggi come Ronald Stark. Creare insicurezza e debolezza per meglio controllare. Destabilizzare i cittadini, per stabilizzare il potere sui cittadini.
Ustica, Cermis, Moby Prince, caso Moro, Mattei
A tutto questo dobbiamo lasciare fuori dal computo i casi Mattei, Moro, Ustica, Cermis e Moby Prince. Ognuno di questi meriterebbe un trattato. Lasciamo all’intuito del lettore capire o meno se è il caso o no di porsi delle domande quando un radar militare che controlla sempre tutto, proprio in concomitanza degli unici eventi importanti sia possibile che sia spendo o guardi da un’altra parte, se sia normale che un caccia militare che per regola potrebbe scendere sotto i 1500 metri solo con autorizzazione, e mai sotto i 600, potesse volare a 150 metri di altezza e giocare a passare sotto i cavi di una ferrovia, se i piloti sia normale che siano stati giudicati in America invece che in Italia, se gli accordi su cui sta scritto cosa possa o non possa fare un militare di una base statunitense in Italia sia un dato segreto che non può essere noto neppure alla magistratura, se è normale che un politico venga rapito in pieno centro con tanto di scorta da un gruppo di scacciagatti proprio dopo aver parlato di ‘compromesso storico’, o un dirigente possa morire in misterioso incidente aereo subito dopo aver dichiarato guerra alle grandi compagnie petrolifere internazionali. Valutate voi se è possibile che tutte le volte che c’è il sospetto che possa essere coinvolto, direttamente, indirettamente, o anche solo per errore, qualcuno che non farebbe mai comodo si sapesse fosse coinvolto, guardacaso arrivino depistaggi di tutti i tipi.
Cossiga nel documentario di Carlo Lucarelli intitolato ‘OSS, CIA, Gladio – i rapporti segreti tra America e Italia’ al minuto 1:34:43 riferisce di come gli fu facile riuscire a mettere a tacere quei pentiti italo-americani che lo accusavano di aver lasciato uccidere Moro:
“O voi ve la smettete oppure io faccio un’interpellanza per chiedere quanto c’è entrata la CIA attraverso la mafia per tener buoni i proprietari le cui terre venivano espropriate per fare la base missilistica di Comiso. Sarà un caso ma dopo io non ebbi più attacchi da parte dei pentiti”.
Conclusioni
In conclusione bisogna riconoscere che il sistema ha realizzato il suo capolavoro per potersi autoreferenziare. Guardate: oggi non rappresentiamo più una terra di confine – la ‘Cortina di Ferro’ si è spostata molto più a Est con l’espansione della NATO, il Partito Comunista e quello Socialista sono stati massacrati esternamente ed internamente, tutto ciò che è rimasto sono minoranze ancora legate all’ideologia ortodossa oppure, peggio ancora, trasformate in salse rosa, globaliste, liberiste e assolutamente innocue, mentre il grosso, attraverso il PD, è semplicemente andato a sostituire di fatto la vecchia DC. I vari Pio La Torre che combattevano per Comiso, sono stati sostituiti dalle Greta o Carola, i Peppino Impastato che combattevano contro gli strati profondi della mafia sostituiti con i Saviano che ‘combattono’ gli strati invece superficiali e comodi a tutti, i nostri giovani scendono in piazza non per la libertà, la sovranità e contro le basi ma, al contrario, proprio per il mondialismo. La meritocrazia è sempre più inversa e il sistema non corre certo rischi di essere soverchiato dalle élite intellettuali (dato che non esistono).
Non esiste, ripeto, non esiste un partito politico, una corrente, un personaggio pubblico che ponga nel proprio programma l’uscita dalla NATO o, per lo meno, la restituzione delle basi americane o chieda anche solo che gentilmente si portino via le testate nucleari. Il sistema è in perfetta sicurezza e l’unica cosa che potrebbe contrastarlo, l’informazione, si trova nelle condizioni descritte in premessa, cioè, non solo non rappresenta un pericolo ma è perfettamente sotto controllo e partecipa al consolidamento. Quando la CIA viene in missione ufficiale a parlare con quella che di fatto è una sua costola, i servizi italiani, quello di cui ci preoccupiamo è se abbiano o no parlato di Russiagate, quello il nostro ‘vero’ problema. Sapere se ci sono i troll su Twitter, no conoscere la verità sulle stragi. Un loop perfetto, preciso e circolare. Bisogna riconoscerlo. Perché la genialità nel male è pur sempre genialità.
Assolutamente totalmente e perfettamente d’accordo, punto per punto, virgola per virgola.